lunedì 27 aprile 2009
Marino: “Hamsik e Lavezzi? Vorremmo tenerli...”
Quattro mesi senza vincere, poi al San Paolo arriva l'Inter e il Napoli torna bello di notte. La classica luce alla fine del tunnel, o almeno così la legge Pierpaolo Marino. Il dg azzurro è orgoglioso di poter tornare a parlare di futuro: «Con partite del genere le notti magiche possono accadere- dice a »Radio anch'io sport«- la favola si è realizzata, come già accadde l'anno scorso.
Anche il Milan ha patito il Napoli. Donadoni ha portato tanto lavoro e professionalità, e ha impresso quella svolta che la squadra necessitava, era in crisi depressiva. E credo che queste partite nel 2008 caratterizzavano sempre il Napoli. Battemmo l'Inter, la Juve, il Milan. Noi l'abbiamo preso per programmare il futuro, non per tamponare il finale di campionato».
Come spiega Marino la crisi? «La squadra è entrata in una crisi di panico: tutto è cominciato con la Roma dopo una lunga imbattibilità casalinga, con un gol regolare annullato a Zalayeta e un gol irregolare dato a Mexes.. Lì sono cominciati fischi e contestazioni, e lì i ragazzi hanno cominciato a temere il San Paolo.
È un Napoli giovane, e questa è una crisi simile a quella che ad un certo punto ha passato l'Udinese. Il Napoli è entrato in crisi quando il pubblico ha cominciato a volere di più. Ma non è che le partite le vince da solo il pubblico, ieri i giocatori hanno risposto umilmente, anche gli operai che venivano dal baratro della serie C».
Marino non vuole alimentare facili illusioni: «Il programma è di crescita graduale ma continua. Peccato aver avuto questa crisi, dopo un gran girone d'andata, con 33 punti in 18 partite. La crisi è stata lunga. Ma vogliamo ritrovare quel Napoli, potenziandolo. Il Napoli non ha ancora le ambizioni e un programma che viene da anni come le grandi, al di là della volontà e della forza d'investimento che ha il presidente.
Ma bisogna fare i conti con le ambizioni dei grandi giocatori, non è facile portarli a Napoli. Non siamo ancora in grado di poter lanciare la sfida alle grandi. Può solo crescere di anno in anno cercando valorizzare i giocatori che ha». Come Lavezzi e Hamsik, sempre al centro di voci di mercato: «Noi vorremmo tenerli, ma nel calcio bisogna anche che i giocatori vogliano rimanere.
E mi sembra che vogliano restare. Certamente non sarà mai il club a mandarli via. Il presidente sarebbe anche disponibile ad investire somme alte per gli ingaggi, ma esistono degli equilibri: metterne uno con un ingaggio stratosferico darebbe una misura diversa anche per gli altri. È un discorso di equilibri interni».
L'ipotesi Fabio Cannavaro è dimenticata? «È un simbolo, ma mi sembra impegnato in altre trattative. Non posso che condividere la linea del presidente». Intanto anche ieri Balotelli è stato al centro di qualche screzio in campo.. «Si predispone molto a litigare con l'avversario, e tutto sommato si propone per la prima volta su certe platee, ha un grosso potenziale ma difficile da gestire.
Napoli non ha mai avuto a che fare con il razzismo, per fortuna. Lo stadio l'ha dimostrato, ma l'atteggiamento del giocatore non aiuta. Molto spesso non si sa se la provocazione arriva dall'avversario o dallo stesso giocatore. Ha un complesso legato anche alla sua struttura fisica che è eccezionale, va in campo come se andasse ad una sua guerra personale». leggo.
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